Nella Leggerezza della Dimenticanza
Si, siamo tutti stanchi e irritati e altro ancora, io
più di voi e voi più di me! Purtroppo, questa volta, a nessuno è permesso di abbandonare il gruppo o di uscire dall’orizzonte degli eventi per puro spirito
di conservazione , o per un
nobile spirito altruista!
Qualche giorno fa, mio cugino, medico a Londra, mi ha scritto,
che lì, si ha la sensazione di essere
in un film distopico! Qui, non è
da meno e, inoltre, tale surreale situazione, dura da più tempo…
In questa delicata circostanza, come insegnava Lev Tolstoj (non mi ricordo in quale
occasione, poiché sono passati tanti anni, da quando mi sono interessato di alcuni
particolari aspetti della letteratura), è necessario DIMENTICARE SE STESSI ,
nel senso che, per reggere certe fatiche, ritenute insopportabili, sia fisiche che puramente mentali, ci si deve svuotare mentalmente del PESO che si sta portando. Sicuramente è
difficile spiegare e, nello stesso tempo, comprendere questo concetto, però è
importante pensare, senza riflettere
e senza soffermarsi sul grave che si sta sopportando. Convincersi che tutto ciò
che si sta facendo è una cosa normale e non necessita nessuna fatica, anzi, rendere
questa esperienza il più piacevole possibile. Si
deve agire e avere la capacità, come chi si trova dentro l’acqua del mare e non
vuole annegare, di rilassarsi e uscire in superficie.
Anche alcuni insegnamenti filosofici orientali esprimono questo concetto di DIMENTICANZA, prima citato, così, anche se in modo diverso, tale prassi, viene suggerita da Gesù Cristo.
Vi saluto con alcune parole, che sono più di un
aforisma, di una persona straordinaria, qual era lo scrittore e medico svedese Axel
Martin Fredrik Munthe, il quale, a ragione, sosteneva:
Un uomo può sopportare molto finché può sopportare se
stesso. Può vivere senza speranza, senza amici, senza libri, perfino senza
musica, fino a quando può ascoltare i propri pensieri.
Lucio Franco Masci
BUONA RESISTENZA A
TUTTI!
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