Elogio alla Storia delle Arti



Elogio alla Storia delle Arti

Per la comprensione totale di una singola storia dell’arte è necessario conoscere la storia della altre arti

Anch’io amo il Rock, il Jazz e il Rap!  Generi sonori che non fanno parte della nostra tradizione musicale. E, tale affermazione, non intende assolutamente discriminarli, anzi! In effetti vuole semplicemente sottolineare il fatto che essi non sono originari del Bel Paese, dove continuamente rifioriscono e poi vengono pure esportati all’estero, soprattutto, nei loro luoghi d’origine, riscuotendo ammirazione e successo. Pertanto non ha nessuna importanza, ai fini dell’ascolto e della loro conoscenza, il non appartenere alla cultura “italica”! Anche perché è giusto che ognuno ascolti ciò che preferisce e quindi che stia in compagnia di chi vuole!

Con questa premessa, si vuole precisare che si è liberi di penetrare qualsiasi prodotto culturale di un altro paese, però sarebbe opportuno conoscere, in primis, quello del proprio, quindi del luogo di appartenenza, poiché vi è il rischio di non riuscire a capire, in profondità, la materia alla quale si è interessati. Infatti, come sostengono più studiosi, è raro comprendere bene un’altra cultura se non si conosce la propria! A meno che non si va a vivere in quella determinata area; nazione, regione, comprensorio ecc.. È anche giusto chiarire che questa non è la sede per spiegare il perché, che poi, è facilmente comprensibile! Senza ombra di dubbio, non parlerò mai perfettamente un’altra lingua se non conosco bene la mia!

La cosiddetta musica colta italiana, stranamente o forse no, è più udita all’estero che nel suo luogo d’origine! Certe assurdità sono tipicamente nostrane, ed è quasi una consuetudine!

Ultimamente, nel nostro Paese, sembra, e speriamo sia vero, che ci sia un interessamento verso la Storia dell’Arte Italiana, precisamente, più per la Pittura e la Scultura.  Anche la musica è Arte, come tutti sanno, però, questa tendenza verso la Storia della Musica Italiana, non viene rilevata! E così pare anche per le altre Arti, come l’Architettura, la Poesia, la Danza,  la cosiddetta Settima Arte, come definì il Cinema, in una celebre conferenza tenutasi a Parigi nel 1921, Riciotto Canudo, un grande genio italiano, ingiustamente dimenticato, la Radio-Televisione e il Fumetto, che vennero annoverate tali da Claude Beylie nel 1964!

Spostando di alcuni gradi l’argomento, e trattando di preservazione delle proprie tradizioni identitarie (non è assolutamente mero nazionalismo), come è facile constatare, la globalizzazione selvaggia e speculativa ha contribuito all’omologazione totale e alla massificazione stupida e insignificante degli individui, creando una confusione nelle differenze dell’identità sociale. Infatti se i ragazzi di New York si addobbano allo stesso modo di quelli di Napoli, di Aichi, di Ushuaia ecc. e preferisco le stesse pietanze e parlano delle stesse identiche cose, ci si chiede, dov’è lo scambio interculturale, di cui tanto si parla? Infatti, gli individui delle ultime generazioni sembrano che siano tutti identici, delle copie di copie. E solo pochi, i più colti, quasi sempre coscienti del proprio patrimonio culturale, si distinguono ed emergono da questo vasto campo di una sola coltura!

Ignorare la propria cultura, le origini e non continuare a evolversi nell’humus territoriale-culturale di appartenenza, significa perdere la propria identità e vivere alla mercé di chi esercita un certo potere sottile e, spesso, dettato da un sistema occulto, il quale non permette la crescita dell’essere “individuo”, e di conseguenza limita la sua libertà a pensare e a esprimersi, che sono diritti fondamentali del singolo e del gruppo. Inoltre, tende a dissolvere quel senso di appartenenza alla collettività della quale si fa parte. La conservazione identitaria è vitale per ogni singolo essere umano, poiché preserva la singolarità e di conseguenza la varietà. È sempre più gratificante essere carenti di fantasia e personalità che essere copie di copie e, tante volte, brutte copie!

Tornado alla nostra musica, l’Italia, che oggi celebra la Festa della Repubblica, della quale ai tanti politici, più precisamente agli pseudopolitici, preoccupati solamente dei tornaconti personali e non delle “Cose Pubbliche”, interessa ben poco la cultura e quindi figuriamoci dell’arte e della sua storia, della quale, spesso, ignorano quasi tutto! Salvaguardare seriamente i vari beni materiali e immateriali della nostra tradizione e divulgare la conoscenza di innumerevoli sconosciute preziosità è di vitale importanza per preservare l’identità storico-culturale della nostra tradizione, tanto invidiata ovunque! E, per mera informazione, al nostro Paese viene riconosciuto il merito di essere la Patria dell’Opera ed è la Nazione in cui ci sono più Teatri d’Opera al mondo!

A titolo d’esempio, una delle innumerevoli preziosità italiane è sicuramente l’opera del veneziano Antonio Caldara, tra i massimi musici del Tardo Barocco. Eccellente compositore di musica oratoriale (sacra e profana) e operistica, tanto apprezzata all’estero e, invece, al di fuori degli adepti della materia, è pressoché sconosciuta in Italia. E i colpevoli di questo delitto, infatti non rendere visibili i meriti e le grandezze altrui, soprattutto in campo culturale, è un autentico omicidio, sono coloro i quali dovrebbero far sì che tutti questi tesori venissero alla luce! Anzi sono due volte colpevoli, questi signori, poiché essi stessi ignorano totalmente quasi tutte le grandezze nascoste e che hanno fatto grande la nostra nazione, pertanto, semplicemente per questo motivo, non meriterebbero determinate cariche istituzionali. L’unica consolazione è quella che loro scompariranno nell’oblio, tuttalpiù verranno ricordati per le loro incompetenze e malefatte. Invece, la grande Musica Classica italiana non morirà mai, e come ci ricorda, (cito a memoria) un altro veneziano, ossia; Massimo Cacciari:

 

“Classico è ciò che resiste al Tempo!



Lucio Franco Masci

2 GIUGNO MMXX

#brogliaccio digitale#

 

https://youtu.be/WuEHez_0Udk

 


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